Pelle grassa: guida a come riconoscerla e come trattarla!
La pelle grassa è caratterizzata da un'iperproduzione di sebo. Si divide in due tipologie differenti in base a come il sebo si riversa: grassa oleosa o grassa asfittica.

Nella pelle grassa oleosa, il sebo si riversa all'esterno in maniera eccessiva conferendo alla cute un aspetto lucido ed oleoso, poroso e spesso. I pori sono molto dilatati ed il pH è alcalino.
Essendo molto oleosa, è costantemente nutrita quindi è la pelle che meno risente dell'invecchiamento cutaneo; una pelle grassa senile rimarrà sempre grassa ma la produzione di sebo diminuirà.
Necessita quindi di essere seboregolarizzata e riacidificata, svolgendo frequenti pulizie del viso e skin care con l'utilizzo di scrub ad azione meccanica profonda per un'ottimale pulizia; fondamentale è anche astringere, dermopurificare, detossinare ed opacizzare.
Le sostanze funzionali da utilizzare sono il lievito di birra, gli oli essenziali di arancio e limone, cipresso ed argilla verde, arnica, cetriolo, bardana, edera e rosmarino.
Al contrario, nella pelle grassa asfittica l'iperproduzione sebacea non trova sfogo all'esterno, in quanto i pori non sono sufficientemente dilatati, portando ad un ristagno interno che si manifesta dapprima attraverso i comedoni e, nei casi più gravi (o secondo a fattori ormonali) in evoluzioni acneiche.
All'esterno si presenta spessa e squamabile, arrossata ed infiammata.
Necessita di pulizie del viso frequenti con il vapore per dilatare i pori e permettere la fuoriuscita dei comedoni; al posto dello scrub, consigliabile (sotto il trattamento di specialisti) è l'utilizzo dell'acido glicolico e, successivamente alla pulizia, fondamentale è l'utilizzo di sostanze funzionali astringenti, sebonormalizzanti, decongestionanti e purificanti.
Tra le sostanze funzionali più importanti da utilizzare troviamo l'olio essenziale di arancio e limone, l'argilla bianca, il lievito di birra, la bardana ed il rosmarino.

Entrambe le pelli non devono essere assolutamente sgrassate in quanto si stimolerebbero in maniera eccessiva le ghiandole sebacee, portando ad un'ulteriore iperproduzione di sebo con conseguente effetto deleterio.
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