La Borsa di Studio di Finocchietta Selvatica e Gneo Cornelio Frittura

19/11/2025
Autori

Finocchietta Selvatica è una divoratrice di libri e un'estimatrice di patatine fritte che scrive storie da quando ha imparato a tenere una penna in mano. Quando non è coinvolta in nessuna di queste attività, le piace viaggiare, l'arte in ogni sua forma (incluso il teatro) e passeggiare nella natura, umana o vegetale che sia. Ha una formazione in voice acting, editing e traduzione letteraria e vive a Napoli, ma a dichiararlo potrebbe anche essere il suo solipsismo.

Gneo Cornelio Frittura è laureato in Lettere Classiche e Filologia Moderna e sta svolgendo un dottorato negli Stati Uniti. Scrittore da qualche anno appassionato tanto di Lovecraft quanto del teatro comico napoletano, i suoi altri interessi includono la storia antica, i film d'animazione carini e coccolosi e l'edulinguistica. Nel tempo libero gli risulta gradevole friggere l'aria per poi consumarla sotto forma di pizze fritte.

Trama

Quanta fatica ci vuole a perseguire una passione? Ne vale la pena, se il rischio è diventare come chi te l'ha sempre ostacolata?

Questi sono solo alcuni degli enigmi che dovrà risolvere quello studente brillante, ombroso e con un tic molto sospetto che risponde al nome di Giacomo (stiamo parlando dello studente, non del tic).

Sullo sfondo di una Napoli universitaria fin troppo realistica nel suo nonsenso, Giacomo decide di allearsi, per ottenere giustizia dal perfido professor Cerusio, con una società molto più segreta del sindacato studentesco. Ciò che neppure uno sveglio come lui può prevedere, però, è quanto di sé stesso dovrà abbandonare o rivendicare lungo la via. In quelle mura che sono state tanto una prigione quanto una seconda casa, imparando a guardare troverà amicizia, speranza, amore, la consapevolezza che il futuro possa essere scritto in modo diverso, e che per guadagnarsi la vita che vuole è impossibile ignorare i propri demonie quelli del suo nemico.

Romanzo scritto sottoforma di sceneggiatura teatrale, La Borsa di Studio è un'irriverente, oscura, corale lettera sul conflitto generazionale, sulla pericolosità di certi modelli di potere, e sulla rivoluzione che c'è nell'abbracciare la propria rabbia per gestirla in modo salutare. Ma è anche un inno alla cultura, all'empatia, alla sensibilità capace di salvare il mondo, e alle persone che hanno il vizio di vestirsi di verde scuro nei lunedì invernali.

Se siete della Gen Z, Millennial, zecche femministe e LGBTQIA+, probabilmente questo romanzo in forma di sceneggiatura teatrale dirà molto di voi. Quindi leggetelo senza timore. L'invito è aperto anche ai tic sospetti.

Recensione

A Giacomo manca solo un'esame per riuscire a vincere la borsa di studio per mantenersi gli studi universitari. Il problema, però, non è l'esame mancante ma il professore che lo sostiene: il professor Cerusio, un tipo non molto ordinario e il cui motto è "la sostanza è lordura"; l'uomo, infatti, si diverte a prendersi gioco dei suoi studenti proponendo sonetti e poemi in una sua chiave rivisitata, rendendo il corso di studi impossibile da portare a termine.

Sconfortato, Giacomo, assieme al suo migliore amico Mirone, decide di recarsi nella segreteria scolastica per ottenere informazioni per questo dannato esame; e qui, fra le code di studenti disperati alla ricerca di risposte e chiarimenti che la segreteria non sa (e non ha voglia di) dare, i due ragazzi si rendono conto che il problema è più complesso e radicato di quanto immaginino. Affranto, Giacomo teme di aver perso ogni possibilità, mentre disperazione e solitudine rischiano di sopraffarlo.

A ridare speranza al povero Giacomo, ci penserà il ribelle gruppo delle Penne Arrabbiate, un'associazione studentesca che sfrutta l'anonimato per sfaldare ogni forma di prevaricazione sul sistema scolastico, mettendo in evidenza le falle di una struttura destinata al fallimento in cui oppressione e soppressione generazionale gravano sugli studenti più deboli. Il loro obiettivo non è semplicemente quello di aiutare i ragazzi in un percorso che, più che di formazione, sembra essere diventato una corsa ad ostacoli, ma quello di fungere da faro di speranza ed esempi, diffondendo il messaggio che il cambiamento, per quanto possa essere difficile, è sempre possibile, se solo si è disposti a lottare e che la rabbia, se incanalata e proiettata verso il bene, può essere fondamentale per il processo.

Sarà grazie alla tenacia di Vittoria, al coraggio di Karola, all'intraprendenza di Filippo, al sostegno di Elia, all'aiuto di Mirone e di tanti altri, che Giacomo riuscirà a scoprire nuove parti di sé, trovando la forza per mettersi in gioco e sfidare ogni suo timore. Grazie alla forza dell'amicizia e all'amore per lo studio, Giacomo riuscirà ad affrontare e ad accettare i suoi demoni più profondi, rendendosi conto che per vincere deve essere disposto a lasciare andare quella parte di sé che rischia di trasformarsi nella sua stessa nemesi.

Con addosso la maschera del Professore Invisibile, il ruolo di Giacomo sarà quello di soldato in prima linea, simbolo di protesta e ribellione, armato di consapevolezza, audacia e profonda passione. Giacomo si renderà così conto che il segreto per vincere il gioco della vita, non sta nell'ambire alla perfezione o al successo, ma nell'essere disposti a denudarsi delle proprie fragilità per ricercare e comprendere la vera identità, senza trasformarsi in qualcun altro che non si è solo per adattarsi a degli stereotipi predeterminati. Questa consapevolezza gli permetterà di affrontare il temuto professore, con superiorità di coscienza e piena consapevolezza di sé, lasciando che umiltà e trasparenza fungano da schiaffo e risveglino anche coloro (o colui) perduti da tempo.

Sottoforma di sceneggiatura in rappresentazione teatrale divisa in tre atti, "La Borsa di Studio" è una commedia satirica che esalta le deficienze di un sistema universitario fallace e denigrante e di una società marcia e sull'orlo del declino, il cui conflitto generazionale impone modelli di vita predefiniti da rispettare. Da un lato, inoltre, si trova un mercato di lavoro che richiede carne da macello da fruttare fino all'osso, dall'altro un'istituzione scolastica che valorizza solo determinate facoltà, considerate più "commerciabili", piuttosto che altre, "senza futuro"; il risultato è una confusione e un disagio sociale, fatto di denigrazione e rabbia. La stessa che, ne "La Borsa di Studio", funge da innesco per il fuoco della speranza; fiamme, però, che se domate e controllate possono bruciare e aiutare coloro che hanno bisogno di rassicurazione e sostegno. 

Con uno stile frizzante e sagace, "La Borsa di Studio" è una commedia che affronta temi complessi, spesso considerati un tabù, e lo fa con un tono stucchevole ma divertente, spezzante ma smussato dall'ilarità. Dietro alla maschera della satira, si nasconde un manoscritto curato in ogni suo dettaglio, con una trama ben definita e delineata; anche le descrizioni riescono a rappresentare perfettamente sia le scene, sia l'ambiente e il contesto descritti, permettendo al lettore un'immaginazione quanto più realistica e fedele a quanto scritto. Nonostante la sua particolarità stilistica, l'accuratezza della scrittura e il linguaggio ricercato, acculturato e studiato, rendono questa lettura leggera e divertente, lasciando che le pagine scorrano talmente veloci, da non rendersi conto che non sia un semplice romanzo, ma una sceneggiatura.

Consiglio questa satira non solo agli appassionati di commedia teatrale, ma a qualsiasi persona (ragazzo, ragazza o ragazz*) che nutra dentro di sé una profonda rabbia e un senso di ingiustizia e abbiamo un terribile bisogno di sentirsi rappresentato. "La Borsa di Studio" è il libro ideale da leggere se sei anche alla ricerca di divertimento e di vendetta, di speranza e felicità; è un libro in grado di farti tornare il sorriso. 

Panoramica del libro

Il libro non è ancora disponibile al pubblico. 

Questa recensione è un'anteprima.

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